Valutazione periodica dello stato di sicurezza di un edificio in muratura
L’ing. Frumento nel seguente articolo illustra una check-list utile per la valutazione della sicurezza di una costruzione in muratura esistente
L’approccio con l’esistente, ed in particolare con il costruito esistente, non è assolutamente semplice. Sicuramente è affascinante, ma la prima cosa che occorre mettersi in testa è cercare in tutti i modi di non stereotipare una tecnologia costruttiva, in particolare un materiale complesso come la muratura.
L’aggettivo complesso non è scelto a caso, e non indica solo la difficoltà di interpretazione circa la risposta di una tecnologia costruttiva, ma anche la sua combinazione materica. Volendo esemplificare il materiale complesso “muratura”, macroscopicamente, è costituito da due elementi principali: blocco e legante, quest’ultimo, in alcune tecnologie, non imprescindibile. La conoscenza si racchiude in questa semplice dicotomia? Assolutamente no. Da qui seguono ulteriori interrogativi, concatenati e di non sempre semplice risposta, quali ad esempio: è possibile definire in modo sistematico un blocco lapideo? Si può osservare una geometria delineata del giunto di malta? La muratura come si sviluppa nel suo spessore? Ha subito modifiche rispetto alla sua età realizzativa, che ne hanno mutato uso e geometria?
Tutti questi interrogativi dovrebbero, secondo gli attuali requisiti normativi (NTC 2018 e relativa Circolare esplicativa n. 7/2019), essere dipanati al fine di estrapolare il più coerente comportamento meccanico dell’involucro edilizio su cui siamo chiamati ad intervenire. Vuoi per una ristrutturazione edilizia o più semplicemente per una riparazione e/o sostituzione di un elemento strutturale costituente il corpo di fabbrica
La valutazione della sicurezza di una costruzione muraria esistente
Ai sensi delle NTC 2018, la valutazione della sicurezza di una costruzione esistente è un procedimento quantitativo, volto a determinare l’entità delle azioni che la struttura è in grado di sostenere attraverso il livello di sicurezza minimo richiesto. Tutto questo si traduce nel rispondere a tre quesiti (§8.3 delle NTC 2018):
- L’uso della costruzione può continuare senza interventi?
- L’uso deve essere modificato?
- È necessario aumentare la sicurezza strutturale mediante appositi interventi?
La valutazione della sicurezza degli edifici esistenti per quanto possibile, deve essere effettuata in rapporto a quella richiesta per gli edifici nuovi. Per questo motivo il legislatore ha in introdotto i coefficienti di sicurezza zE e zV, rispetto all’azione sismica ed ai carichi verticali. Apparentemente questi due coefficienti possono essere utili per eseguire una scrematura volta alla sostenibilità economica dell’intervento. Nella pratica quotidiana, e lo dimostra il periodo storico che stiamo vivendo, l’interpretazione non è mai univoca e, forti di una riqualificazione dell’esistente, talvolta siamo chiamati a rendere operativo ciò che in realtà non ha più nulla da offrire, attraverso opere che ne stravolgono la tecnologia costruttiva esistente.
L’analisi storico critica di una costruzione muraria
Facciamo nuovamente un passo indietro, soffermando l’attenzione sull’analisi storico critica, attività propedeutica alla conoscenza della costruzione esistente. Aggiungiamo un ulteriore tassello: l’edificio che abbiamo di fronte corrisponde, per un’elevata percentuale della sua estensione, alla tecnologia costruttiva della muratura. Un primo passo è stato fatto: il riconoscimento della tecnologia costruttiva. Dietro il termine “muratura” si cela una suddivisione molteplice, regionale, locale di una tecnica costruttiva che molto spesso è dettata dalle regole costruttive tramandate nei secoli. Un metodo di divulgazione e di sapere […]
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