Terremoti e post-sisma: la politica deve porre in primo piano il tema della ricostruzione
In occasione delle recenti date dei tragici avvenimenti sismici del 2016, Rete Professioni Tecniche evidenzia l’importanza della ricostruzione.
I tragici avvenimenti del terremoto del Centro Italia del 24 agosto 2016 hanno segnato il territorio italiano. Nei giorni di commemorazione, la Rete Professioni Tecniche ha voluto evidenziare la mancanza di una legge quadro sui terremoti che consenta di affrontare questi eventi con maggiore rapidità ed efficacia, senza dover ogni volta ricominciare da zero. RPT sottolinea come le alternanze politiche ed amministrative non hanno facilitato l’attività di ricostruzione né l’emanazione di norme di carattere generale ma nonostante tutto sono stati ottenuti dei risultati positivi sia a livello territoriale che nazionale.
Il sisma del Centro Italia ed il tema della ricostruzione
La Rete Professioni Tecniche si è espressa duramente sullo stato di fatto della ricostruzione post terremoto del Centro Italia. Si riporta un estratto del comunicato stampa:
Dopo tre anni si registra una totale assenza di visione e di concertazione tra i provvedimenti per la ricostruzione ed il sistema delle aree interne. Mancano strategie, politiche e conseguenti azioni sinergiche che non si limitino alla mera ricostruzione fisica degli edifici – privilegiando almeno per le opere pubbliche di rilevanza strategica tecnica ed architettonica e di rigenerazione urbana il concorso di progettazione aperto, in due gradi, – ma puntino alla ricreazione di un sistema socioeconomico. Un sistema in grado di costituire il vero motore della ricostruzione per trattenere le popolazioni che ancora resistono a rimanere, ma anche per incentivare il rientro dei molti che se ne sono andati sulla costa generando un doppio problema di spopolamento delle aree interne e di eccessiva densità demografica delle aree costiere, in particolare in relazione ai già scarsi servizi esistenti”. Serve una lucida visione di quello che saranno questi territori nei prossimi 20 – 30 anni a livello demografico, paesaggistico, economico e culturale, esaltandone le peculiarità storiche, ambientali, turistiche ed enogastromiche. Il persistere di questa intollerabile situazione di “sospensione” porterà a danni ben superiori a quelli causati dal sisma: buona parte della popolazione ha già abbandonato i territori, l’economia è in caduta libera, le imprese non possono avviare i lavori perché le regole della ricostruzione post-sisma sono caratterizzate da normative troppo complesse non in grado di funzionare mentre i professionisti tecnici impegnati nella ricostruzione sono, di fatto, costretti a diventare essi banca che eroga prestiti anticipando i costi delle proprie prestazioni, con crediti maturati per oltre 100 milioni di euro.
Il richiamo di Rete Professioni Tecniche ha come obiettivo da una parte la denuncia dello stato attuale e degli scenari futuri possibili per queste aree dall’altro di sollecitare la politica a finanziare con convinzione e velocità la ricostruzione.