Ponte Morandi | Nunziata: “Io sto con l’ing. Morandi”
Quello dell’ing. Vincenzo Nunziata sul crollo del Ponte Morandi a Genova è un pensiero forte e deciso ma che merita di essere letto.
Di ritorno dalle vacanze e dopo il mio precedente post “emozionale”, come l’ha definito qualcuno, mi sono letto (velocemente) qualche libro e riviste della mia libreria che parlano di Riccardo Morandi, qualche articolo pubblicato, video, interviste, e sopratutto mi sono fatto una scorpacciata di post su facebook sull’argomento del ponte crollato a Genova. La cosa che mi ha fatto più arrabbiare (per non usare un termine volgare) è quanto scritto in un post dal famigerato sign. nessuno prof. ing. Antonio Brencich “..Potrei anche dirle che ho scritto più pubblicazioni scientifiche già ora di quante ne abbia scritte Morandi in tutta la sua vita..” (A. Brencich)
In pratica secondo il nostro grande professore (di cui non sono riuscito a trovare ne il cv accademico e tantomeno quello professionale!) il valore di un ingegnere strutturista si misura in base alle pubblicazioni prodotte (che magari non ha letto nessuno) e non in base alla qualità e innovazione delle opere progettate. In base a questa regola Nervi, Hennibique, Mailart, Brunelleschi, Michelangelo, etc. etc. sarebbero dei poveri mentecatti avendo pubblicato poco o niente! E il ministero (il MIT) che fa? Lo nomina come componente scientifico della commissione che dovrà accertare le cause del crollo! Tra l’altro la commissione formata nella maggior parte da funzionari pubblici e presieduta da un architetto! Ma dico io con tutti gli esperti di ponti che ci sono in Italia che sono quasi cresciuti sui ponti e in alcuni casi forse anche allattati (:)), mi vengono in mente solo alcuni nomi (mi scuso per i tanti altri non citati): Mario de Miranda (figlio di Fabrizio de Miranda), M. Pietrangeli, P. Pistoletti, G. Romaro.., l’incarico di consulente scientifico viene affidato ad un tecnico che non ha mai progettato e realizzato un ponte! Cose da matti!
Esimio prof. Antonio Brencich, io che amo l’ingegneria strutturale fin dall’età di 5 anni e mi ritengo allievo di Nervi anche se non l’ho mai conosciuto, mi piacerebbe incontrarla in un pubblico dibattito sulle strutture in c.a. (non le dico sull’acciaio o sulla muratura perchè penso che non avrà mai visto un’officina o come si realizza una muratura a partire dai Romani) per dimostrarle che il titolo di professore di strutture in c.a. (e ingegneria forense) non basta a qualificare un ingegnere strutturista, per questo oltre agli studi ci vogliono le capacità e la strada. Lo so che questa mia sfida non sarà accolta …mah.
Per il resto sulle cause (da accertare) del crollo ha gia detto tutto l’esimio prof. Edoardo Cosenza, lui si competente nel settore e vero strutturista. Voglio solo aggiungere che R. Morandi oltre ad essere uno strutturista bravo conosceva anche i materiali e la tecnologia di esecuzione e 50 anni per un ponte non sono niente, vi sono ponti e strutture in c.a. che hanno superato i 100 anni senza alcuna manutenzione (Ponte Risorgimento – Hennibique, 1911). Non so, ma qualcosa mi dice che se il ponte fosse stato lasciato in pace (o fatto visionare da un esperto vero) non sarebbe crollato! Quello che dico lo potremo facilmente appurare quando si scoprirà che il calcestruzzo dei tiranti o stralli (precompressi o no) è ancora ottimo ed i trefoli non arrugginiti.”