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Parco Ulmo: Un bacino di laminazione come occasione per un nuovo paesaggio di margine urbano a Vicenza

Bacino di laminazione in Viale Diaz, Vicenza (VI), Italy. Parte 3-ultima.

20 Novembre 2023
arch. Giacomo Premoli
Architetto del Paesaggio di Vicenza classe 1995. Laureato nel 2018 presso lo IUAV di Venezia, poi presso l’Università degli Studi di Firenze, per il corso di laurea magistrale in Architettura del Paesaggio.

Il nuovo Parco Ulmo si presenta come un sistema ibrido che comprende, dentro di sé svariate funzioni. Il parco non si compone di una singola area monofunzionale bensì permette lo svolgersi di svariate attività al suo interno. Prima tematica di fondamentale importanza è stata quella di lasciare, all’interno del bacino, delle ampie aree ad uso agricolo che permettano ai contadini di svolgere la loro attività lavorativa. Le aree agricole inoltre sono state posizionate sulle più alte e favorevoli zone del bacino così da fare in modo che esse siano le ultime a riempirsi nel momento in cui fosse necessario laminare l’acqua del fiume. Questa soluzione permette sia lo svolgersi delle normali attività di agricoltura ma permette anche ai fruitori occasionali di aprire un ampio sguardo sulla realtà agricola del Veneto.

Altra fondamentale tematica è stata quella di lavorare sui riporti di terra e i giochi orografici. Questo approccio è stato il fulcro di tutto il progetto Parco Ulmo, infatti per ogni vasca sono state ipotizzate quattro diverse situazioni in base alla quantità di acqua presente nei bacini. In base alla quantità dell’acqua presente nelle vasche, infatti, vengono a crearsi nuovi spazi e nuovi percorsi, non sempre questi luoghi saranno fruibili al 100% ma proprio grazie all’attenta progettazione delle altezze e dal disegno delle curve di livello, le vasche non sono mai completamente inagibili.

Oltre alle normali quattro vasche di laminazione è stata pensata, nella parte nord del parco, una grande area golenale che funge da primo elemento di espansione dell’acqua. Un’altra area golenale viene invece ipotizzata nella parte sud del bacino; questa nuova zona è stata progettata per compensare il volume di laminazione che si è perso nei riporti di terra per gli argini e anche per l’inserimento della vegetazione che insieme vanno a togliere volume di espansione. Questo volume sottratto al totale della capienza del bacino viene appunto restituito da questa grande area realizzata in prossimità della quarta e ultima vasca di laminazione.

All’interno del bacino sono molteplici le aree che si vengono a creare, sia di svago che informazione, era importante infatti utilizzare materiali che potessero resistere in zone umide o anche completamente sommerse. Lo stesso atteggiamento progettuale è stato utilizzato nella scelta della vegetazione che potesse in parte compattare il suolo e anche resistere a brevi periodi di sommersione.

Per quanto riguarda la vegetazione le specie scelte sono state scelte riproponendo un habitat naturale analogo a quello delle risorgive del Bacchiglione che si trova poco più a nord del Parco Ulmo. Vengono utilizzate molto specie erbacee ed arbustive che possano compattare i suoli e depurare anche l’acqua in entrata e restituirla più lentamente e pulita. Per quanto riguarda le alberature vi è un utilizzo quasi permanente di specie di quarta e terza grandezza, sia per evitare problemi causati dal vento o dalle radici dei grandi alberi ma anche per non andare a sottrarre eccessivo volume alla capienza dei bacini

Questo grande bacino di laminazione diventa quindi per i cittadini dei comuni di Vicenza, Caldogno e Costabissara un grande e variegato parco pubblico dove è possibile spendere il proprio tempo libero orbitando attorno a tre grandi comuni della provincia di Vicenza. Grazie anche alle nuove greenways e piste ciclabili, diventa semplice connettere tutti gli altri bacini di laminazione in un unico grande sistema di verde pubblico extraurbano che ha il compito di difendere la città di Vicenza dalle esondazioni ma svolge anche un importante funzione ecologia per l’abbassamento delle temperature il potenziamento della biodiversità e l’abbattimento della CO2.

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