NTC 2018 parla l’OICE: “Incongrua e limitativa la riserva a favore dei laboratori di prova”
Anche l’associazione di categoria, tramite il Presidente Scicolone, si esprime contro la norma evidenziandone i rischi per la sicurezza del patrimonio edilizio.
L‘associazione delle organizzazioni di ingegneria, di architettura e di consulenza tecnica-economica aderente a Confindustria (OICE) si esprime negativamente contro il paragrafo 8.5.3 del D.M. 17 gennaio 2018 (NTC 2018) in merito alle competenze dei laboratori di prova. La nuova norma infatti limita i prelievi solo ed esclusivamente ai laboratori autorizzati dal MIT (Ministero Infrastrutture e Trasporti) togliendo la possibilità ai professionisti, studi e società che non sono più in grado neanche di fare indagini sui campioni. L’iter di protesta della categoria ha portato anche al ricorso al TAR.
La posizione dell’OICE
Si riportano le parole del Presidente OICE, Gabriele Scicolone, sulla questione:
“Le modifiche introdotte mettono a serio rischio la possibilità di svolgere i controlli e le valutazioni di sicurezza sulle costruzioni esistenti. La norma infatti riserva ai soli laboratori di prova lo svolgimento di indagini sulle costruzioni esistenti rinunciando alle professionalità che si sono sviluppate all’interno delle nostre società e degli studi professionali negli ultimi venti anni”.
“Con l’OPCM 2003 e successivamente con le norme tecniche del 2008 (le NTC 2008) – ha proseguito il Consigliere Giorgio Lupoi – sono stati compiuti i primi passi per la messa in sicurezza del patrimonio esistente. Per la prima volta in Italia sono state definite le procedure per la verifica delle costruzioni esistenti, edifici e ponti, che richiedono l’analisi dello stato dei luoghi, il recupero delle informazioni progettuali e della costruzione, la verifica delle informazioni disponibili, l’esecuzione di campagne di indagine per la caratterizzazione dei terreni e dei materiali. Sono tutte attività che l’ingegneria organizzata ha svolto con professionalità negli ultimi anni contribuendo alla diffusione della cultura della prevenzione”.
Il Presidente Sciolone ha continuato:“se si tiene conto che il solo stock abitativo nazionale è di oltre 12 milioni di edifici, mentre i laboratori certificati sono oggi circa un centinaio. Se è quindi condivisibile lo spirito di perseguire la qualità, l’incongrua nuova limitazione all’esecuzione dei prelievi raggiunge il solo risultato di diminuire la forza lavoro e potrebbe mettere in crisi l’intero processo di valutazione della sicurezza del patrimonio esistente. E tutto ciò è di particolarmente rilievo come dimostrano i recenti fatti di cronaca. Ed attenzione, qui non si parla di eseguire le analisi, attività assolutamente in capo ai laboratori di prova, come sempre è stato, ma di impedire ad ingegneri di eseguire i “prelievi”, attività tipica del lavoro di professionisti, studi e società di ingegneria quando svolgono l’attività di Direttori Lavori. Non è chiaro, quindi, quale obiettivo si sia voluto perseguire con tale modifica”.
Ha concluso Lupoi a nome dell’OICE: “un’ipotesi più efficace che potrebbe essere quella di richiedere a tutti gli operatori economici che operano nel settore di seguire procedure e controlli adeguati ad assicurare e garantire il risultato. Procedure e controlli definiti da organismi di normazione tecnica e certificati da enti terzi”.