Le coperture sospese a “ruota di bicicletta”: gli stadi di Roma e Yaoundé
Caso studio proposto dall’Ing. Massimo Majowiecki sulla copertura di uno stadio in Camerun.
La copertura dello Stadio Olimpico di Roma è stata concepita, studiata e realizzata tra la fine del 1988 e Aprile 1990, per un totale di 16 mesi di lavoro. L’opera è il primo esempio di sistema strutturale a “ruota di bicicletta“, oggi ampliamente diffuso in molti stadi in tutto il mondo.
Le prove nella galleria del vento sono state effettuate presso il laboratorio BLWT della Western Ontario University: numerose sono state le discussioni tra il progettista e i ricercatori della galleria del vento sull’integrazione dei risultati dei test nel processo di progettazione delle grandi luci delle coperture sub-orizzontali.
Il design concettuale e il metodo di analisi dinamica, per la valutazione degli effetti del vento, sono stati aggiornati per lo studio della copertura dello stadio di
Yaoundé, attualmente in costruzione. Il comportamento aerodinamico della copertura dello stadio di Yaoundé è stato testato nella galleria del vento RWDI di Londra. Sono state adottate tecniche numeriche innovative e recentemente introdotte per eseguire analisi dinamiche sotto l’azione del vento. Le modalità costruttive previste per la realizzazione delle coperture di questi due stadi sono risultate essere eccezionali e all’avanguardia: il “big lift”, cioè la procedura adottata per il sollevamento finale della copertura dello Stadio Olimpico di Roma e le operazioni di pre-tensionamento e fissaggio, sono le stesse previste per la copertura dello Stadio di Yaoundé.
La copertura dello stadio Olimpico di Roma
Lo Stadio fu costruito nel 1960 per i Giochi Olimpici di Roma; successivamente, si ebbe l’esigenza di ampliare la struttura in vista dei Campionati Mondiali di Calcio del 1990.
La genesi della copertura attuale dello Stadio è il risultato di una variante progettuale, resasi necessaria dopo che le associazioni ambientaliste presentarono ricorso al tribunale regionale nel gennaio 1998, denunciando l’impatto ambientale del progetto. In effetti, la soluzione originale prevedeva una copertura reticolare a doppio strato, sospesa su cavi e ancorata a otto torri di cemento alte 50 metri.
In tali circostanze e in tempi ridotti (con solo 16 mesi per progettare e costruire), Majowiecki ha proposto una soluzione di struttura ad anello cavo, piatta ed elegante: il tetto a “ruota di bicicletta“. Il design della struttura, all’epoca senza precedenti, è stato precursore di molte altre coperture di stadi, con un concetto strutturale identico o simile […]
L’articolo è tratto dal nr.0 de Lo Strutturista. Scarica il documento completo:
Le coperture sospese a "ruota di bicicletta": gli stadi di Roma e Yaoundé (2,1 MiB)
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