La Torre dei Pomodori: un sogno industriale mai nato
EcoMostri: tutti i risultati dell’abuso edilizio e di una disinvolta maniera di spendere e spandere fondi e risorse di varia provenienza. Un viaggio nel brutto che deturpa il BelPaese tra aneddoti, curiosità e storie al limite dell’incredibile.
Costruita a partire dal 1959, l’Industria di Disidratazione Isola Tressa (I.D.I.T.) meglio conosciuta come Torre dell’Isola o anche come Torre dei Pomodori, è un esempio di architettura industriale abbandonata alle porte della Val d’Orcia, un’ampia campagna situata in Toscana, nella provincia di Siena, che costituisce patrimonio Unesco dell’Umanità e Area Naturale Protetta di Interesse Locale (ANPIL).
Lo stabilimento, inaugurato nel 1961, era originariamente destinato alla produzione di pomodori liofilizzati. Tuttavia, la sua attività fu di breve durata poiché nel 1963 la produzione venne interrotta e, nel 1966, fu dichiarato il fallimento. Il silo, imponente con i suoi 75 metri di altezza e 16 metri di diametro, unisce diversi materiali come il cemento armato, l’acciaio e il vetro. Rappresentò un vero e proprio gioiello ingegneristico, simbolo del tentativo di introdurre l’industria in un contesto rurale come la campagna senese, negli anni del boom economico. Lasciata in uno stato di abbandono, la Torre è oggi uno dei più celebri ecomostri del Paese.
Nel corso degli anni, è emerso costantemente il dilemma su cosa fare della torre: demolirla, anche se a costi considerevoli, oppure valorizzarla attraverso il recupero dell’area. È però da sottolineare che, nonostante la sua presenza sia incongruente tra le verdi e ampie colline circostanti, col tempo la torre è diventata parte integrante della comunità locale, suscitando un certo attaccamento tra la gente del luogo.
Negli anni ’90, nell’ambiziosa pianificazione della “Città dell’Arabia”, volta a completare la nuova Cassia e a valorizzare l’intera area, si svilupparono numerosi progetti per la “Torre dei Pomodori”. Principalmente concepiti da giovani architetti, questi progetti, mai realizzati, miravano a trasformare l’area in una destinazione turistica comprensiva di parchi giochi per bambini, laghetti, campi da tennis e bocce, maneggi e piscine.
Nel 2021 il sindaco di Siena Luigi De Mossi, appassionato di architettura, promosse la mostra fotografica L’industria della polvere di Carlo Vigni presso il Museo di Santa Maria della Scala nel centro storico cittadino. Le immagini, in bianco e nero che mostrano la Torre da diverse prospettive, descrivono una “figura malinconica” che racchiude in sé un passato industriale mai nato. Il sindaco ha anche espresso sostegno all’idea di riqualificazione avanzata, nello stesso anno, dall’architetto Stefano Neri, che prevedeva la trasformazione del silo in un museo di arte contemporanea.
La torre, sotto la proprietà di una società privata dal 1978, rimane ancora senza una direzione chiara per il suo futuro. Attualmente, si trova in uno stato avanzato di degrado, con una fitta vegetazione che la circonda e piccioni che la popolano all’interno. Sebbene la struttura in cemento armato è rimasta negli anni intatta, essenziali risultano interventi di manutenzione mirati alla stabilizzazione delle parti vitali della struttura, ovvero delle zone in cui lavoravano le persone negli anni di attività dell’industria.
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