La storia della costruzione del ponte a Desco
“Ogni ponte dovrebbe unire due sponde. L’utilità e la bellezza.” – Stanisław Jerzy Lec
Alla fine del 1800 la ferrovia della Valtellina da Colico a Sondrio, tra Mororbegno e Ardenno Masino correva sulla sponda sinistra del fiume Adda, passando sul cono di deiezione del Torrente Tartano. Il corso d’acqua, particolarmente sensibile alle piogge stagionali, era caratterizzato da frequenti piene, che arrecavano danni enormi al tracciato ferroviario, interrompendone spesso il percorso e spazzando via la strada ferrata e la strada provinciale.
Per tale motivo, la Società per le Strade Ferrate Meridionali (S.S.F.M.) decise che era necessario abbandonare il tratto che correva lungo la sponda sinistra dell’Adda e di costruire un nuovo tratto di ferrovia sulla parte opposta del fiume, attraversandolo mediante un nuovo ponte a Desco, presso Morbegno.
Ma anche l’Adda era soggetto alle problematiche del Tartano; con la differenza che i volumi d’acqua erano nettamente maggiori. La decisione fu, quindi, di progettare un ponte ad unica campata di 64 metri di luce a struttura metallica, in modo da non ingombrarne l’alveo. Iniziò, quindi, una poderosa campagna di indagini geologiche, grazie alle quali fu evidente che, la roccia affiorante sulla sponda destra ed il solido terreno alluvionale della sponda sinistra, sarebbero stati idonei a trasferire carichi ben più consistenti di quelli dovuti ad una travata metallica.
Le ottime caratteristiche geologiche del sito spinsero i tecnici della Società per le Strade Ferrate Meridionali a tornare sui propri passi e, inaspettatamente, venne scelto un ponte ad arco in muratura. Per inclinazione personale la società concessionaria del tracciato era solita preferire, ove possibile, i ponti tradizionali in muratura, rispetto ai più innovativi a struttura metallica. La possibilità di reperire granito di ottima qualità vicino al sito di costruzione e la garanzia di poter approvvigionare il legname per le centine ad un prezzo estremamente basso, fecero sì che la realizzazione di un ponte ad arco in muratura risultasse, per il sito specifico, più economica di una in acciaio.
La prima bozza “architettonica” del manufatto prevedeva un intradosso avente per direttrice un ovale a tre centri ed una luce di circa 70 metri, con una monta di appena 10 metri. Definite le linee generali del progetto, la Società per le Strade Ferrate Meridionali incaricò per il progetto strutturale e la realizzazione la Società Ferroviaria della Rete Adriatica (S.F.R.A.), la quale individuò come strutturista Giovanni Battista Marro […]
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