La diga di Monte Nieddu – Is Canargius in Sardegna: un’opera tecnologica mai conclusa
Poteva essere.. non è: strutture progettate e mai realizzate

Il calcestruzzo Rullato e Compattato, in inglese Rolled Compacted Concrete, identificato con l’acronimo RCC, è un calcestruzzo impiegato solitamente nella costruzione di dighe a gravità.
Ciò che distingue questo materiale dal calcestruzzo ordinario è la sua consistenza definita a slump nullo, la quale lo rende molto simile alle terre utilizzate per la realizzazione dei rilevati stradali.
La prima diga a gravità costruita con questa tecnologia, che permette di ottenere una maggiore stabilità e una maggiore impermeabilità dell’opera, è la Diga di Alpe Gera, a Sondrio.
Negli anni Settanta sempre con la tecnologia del calcestruzzo Rullato e Compattato venne progettata la diga di Monte Nieddu-Is Canargius, in Sardegna, a firma del professor Costantino Fassò.
Essa, insieme a quella di Alpe Gera, doveva rappresentare l’esempio italiano da seguire nell’utilizzo del calcestruzzo Rullato e Compattato.
La diga di Monte Nieddu-Is Canargius però, contrariamente a quella di Alpe Gera, non vide mai la luce a causa di una serie di problemi burocratici e tecnici che si sono susseguiti dagli anni in cui essa è stata progettata fino ad oggi.
In Sardegna, negli anni Sessanta, c’era la necessità di risolvere il problema della siccità.
A questo scopo nel 1970 il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici approvò il progetto del professor Costantino Fassò che prevedeva uno sbarramento di 87 metri in località Sa Stria e una traversina di 15 metri in località Medau Aingiu. Tra i due sbarramenti era previsto un invaso da 35 milioni di metri cubi di acqua di cui almeno 20 erano da destinare all’agricoltura.
Il progetto del professor Fassò, curato nei minimi dettagli, rimase però inutilizzato fino al 1994 quando la Regione Sardegna, in un altro periodo di massima siccità, decise finalmente di utilizzarlo.
La costruzione dell’opera venne affidata tramite una gara d’appalto ad un consorzio di aziende italo-spagnole creato appositamente per l’occasione.
I lavori però si interruppero improvvisamente nel 2001. In quella data solo il 20% delle opere era stato completato.
L’azienda spagnola accusò la Regione di non essere in grado di fornire in maniera costante e in quantità accettabili le polveri per la messa in opera del calcestruzzo Rullato e Compattato che costituiva l’intera opera. Era stato calcolato, infatti, che la quantità di ceneri di carbone da fornire al cantiere per non avere interruzioni durante la costruzione fosse di 50 mila tonnellate. Al cantiere però di tonnellate ne arrivavano circa 250 al giorno; quantità non sufficiente per garantire una corretta programmazione dei lavori.
Ai problemi di natura tecnica si aggiunsero anche problematiche ambientali legate in modo significativo ad una associazione denominata “Gruppo di Intervento Giuridico” la quale si oppose in maniera sostanziale alla realizzazione della diga.
L’associazione sosteneva che l’opera era inutile e dannosa per l’ambiente e aveva un rapporto costi-benefici inaccettabile.
Dopo anni di stallo però il 25 novembre del 2011 il consorzio di bonifica della Sardegna pubblicò il bando di gara per il completamento dei lavori della diga. Ad oggi, tuttavia, come molte opere pubbliche del nostro Paese essa non è ancora stata completata e i suoi ruderi giacciono sul Monte Nieddu-Is Canargiuscome testimonianza di un tentativo fallito di risolvere dei problemi ambientali attraverso una tecnologia che per l’epoca era innovativa.
Fonti:
- MARCIS M., Monte Nieddu-Is Canargius Storia della diga incompiuta, 24 Aprile 2014;
- Gruppo d’Intervento Giuridico, Opere pubbliche incompiute, a loro insaputa, 28 ottobre 2022;
- MUSELLI R., Pavimentazioni in calcestruzzo Rullato e Compattato RCC, Ingenio, 6 Aprile 2022;
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