Quanto costa rendere più sicuri gli insediamenti informali vulnerabili?
Intervento di espansione verticale di un edificio. Credit: Build Change.
L’esperienza di Build Change nella progettazione e nell’implementazioni di interventi di miglioramento abitativo e rinforzo strutturale su insediamenti informali vulnerabili dimostra che la maggior parte degli edifici residenziali può essere resa più sicura utilizzando soluzioni semplici, relativamente economiche e già esistenti nei contesti in cui operiamo: migliorare i servizi igienici, l’illuminazione, la ventilazione, le zone cottura in una casa può renderla più salubre ed abitabile; mentre rinforzare le pareti e le connessioni dei vari elementi strutturali, dal tetto alle fondamenta, può renderla più sicura in caso di terremoti, uragani, tifoni o cicloni[1].
Il miglioramento abitativo e il rinforzo strutturale di edifici esistenti è meno costoso ed ha un minore impatto ambientale, rispetto alla realizzazione di nuove strutture, e contribuisce inoltre ad evitare una serie di conseguenze indesiderabili come ad esempio il trasferimento permanente delle famiglie, l’occupazione e l’urbanizzazione di nuovi suoli e la necessità di nuove infrastrutture. In aggiunta, la mitigazione della vulnerabilità strutturali di un edificio può anche essere un pretesto per la inclusione di interventi aggiuntivi che possano incrementare la qualità della vita delle persone che lo occupano e offrire alle stesse una opportunità di crescita; ad esempio, l’ampliazione verticale o orizzontale di un immobile può generare nuove opportunità di reddito nel caso in cui la famiglia decida di affittare i nuovi spazi. Questi benefici rendono il miglioramento delle abitazioni esistenti una risposta ottimale al deficit qualitativo presente nel campo delle strutture residenziali a livello mondiale, spesso caratterizzate da un’alta vulnerabilità strutturale nei confronti dei disastri.
Per supportare questa tesi, Build Change ha analizzato gli interventi di miglioramento abitativo e rinforzo strutturale su un campione di quasi 1500 edifici, intervenuti in 14 Paesi su un arco temporale di circa 8 anni (2013-2020), con tre obiettivi principali:
- Capire dove è diretta la spesa e come questa è distribuita tra i diversi tipi di miglioramento (riparazioni strutturali, miglioramenti dell’abitabilità, misure di mitigazione delle vulnerabilità strutturali con il fine di prevenire disastri, finiture e interventi che permettono l’ampliazione futura).[2]
- Capire come questi costi si relazionano a diversi contesti (prevenzione o post-disastro), tipologie costruttive (legno, muratura semplice o muratura confinata), rischi naturali (zone esposte a terremoti o, contemporaneamente, a terremoti e forti venti), livelli di prestazione strutturale (riduzione del rischio, salvaguardia della vita, salvaguardia della vita ed espansione verticale futura[3]), zona geografica.
- Definire il rapporto costo-beneficio del miglioramento abitativo e rinforzo strutturale di un edificio esistente rispetto alla costruzione di uno nuovo.
Metodo di analisi
Build Change, per la sua analisi, ha attinto da un set di 1484 progetti di miglioramento abitativo e rinforzo strutturale realizzati in 4 differenti regioni geografiche (Asia, Caraibi, America Latina e Isole del Pacifico) ed in un totale di 14 Paesi: Indonesia, Nepal e Filippine (Asia); il Commonwealth di Dominica, Haiti e Sint Maarten (Caraibi); Colombia, Guatemala e Messico (America Latina); Isole Cook, Samoa, Isole Salomone, Tonga e Vanuatu (Isole del Pacifico). Tra gli oltre 1400 progetti, è […]
[1] Per maggiori dettagli riguardo la progettazione e l’implementazione di programmi di miglioramento e rinforzo strutturale, riferirsi a The Build Change Guide to Resilient Housing: An Essential Handbook for Governments and Practitioners. Denver, CO: Build Change, 2021.
[2] L’analisi della spesa include solo i costi diretti. Per maggiori dettagli riferirsi al capitolo 2.1.
[3] Nel caso l’edificio si caratterizzato da un solo piano, l’espansione verticale prevede la costruzione di un piano aggiuntivo.
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