Ingegneria parametrica e Computational Design nel mondo delle costruzioni
Introduzione all’Ingegneria parametrica, a cura di Marco Pellegrino e Sara Andreussi.
La figura dell’ingegnere non è poi così cambiata nel corso degli anni, quello che è cambiato e si è modificato è piuttosto il modo di pensare e di vivere l’ingegneria. Ciò che differenzia il presente, il passato e il futuro nel nostro lavoro sono la ricerca, lo sviluppo, la scoperta e la conoscenza di nuove tecnologie e nuovi materiali da impiegare nel settore.
Il primo approccio al FEA, acronimo di Finite Element Analysis avviene nel 1956 con un articolo sui metodi computazionali che viene concretizzato nel mondo dell’ingegneria strutturale nei primi anni ‘60. Il FEA è un processo mentale specifico che volta pagina ai calcoli a mano e ai lenti e macchinosi modelli per dare spazio ad una massimizzazione del lavoro ed una minimizzazione del tempo impiegato. Non dimentichiamoci che la matematica e la scienza delle costruzioni sono sempre alla base della logica dell’ingegneria e ciò che cambia negli anni e che cambierà nel futuro sono la forma e l’approccio al problema e come risolverlo, ma non la sostanza. Prima dell’avvento del calcolatore il professionista non utilizzava il computer e né tantomeno software per risolvere modelli meccanici ed è per questo che serviva molto più tempo e molta più manodopera per produrre risultati.
L’ingegneria computazionale con l’uso dei computer ha aiutato a sviluppare il design strutturale diminuendo i tempi di calcolo e migliorando prestazioni, velocità e qualità dei risultati. L’idea di utilizzare ragionamenti parametrici permette flessibilità nell’impostare svariati modelli e ottenere di conseguenza risultati in poco tempo. Il movimento del Parametricismo è nato per la prima volta con il Manifesto presentato da Patrick Shumacher, attuale direttore dello studio di Zaha Hadid Architects, alla Biennale di Venezia del 2008 dove concretizza l’inizio di un’Era in quello che è il modo attuale di vivere l’architettura Postmoderna. L’ingegneria in quanto strettamente connessa all’architettura e ai suoi movimenti si è quindi dovuta adattare al design, alle metodologie e allo stile di questo movimento. L’architettura odierna manifesta interesse in pattern sempre più organici e fluidi e l’ingegneria deve essere presente con lo stesso dinamismo e complessità.
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