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Il sogno infranto di Consonno: Da “Città dei Balocchi” a città fantasma

I palazzi fatiscenti di Consonno rappresentano uno dei tanti casi in cui le idee non riescono a trasformarsi in realtà. Quello che in origine era un piccolo borgo immerso nel verde della Brianza, ora si presenta come una piccola città fantasma meta affascinante per gli esploratori urbani e amanti della storia insolita.

18 Settembre 2024
Redazione calcolostrutturale.com
La redazione di calcolostrutturale.com è composta da ingegneri edili, copy strategist ed esperti di marketing e comunicazione.

Consonno è una frazione del comune di Olginate, in provincia di Lecco, che negli anni Sessanta attira l’attenzione di un imprenditore milanese, Mario Bagno. Nella vicinanza a Milano e la suggestività dei paesaggi quest’ultimo vede delle potenzialità che fanno sì che questo luogo venga scelto per il suo eccentrico progetto.

Dapprima si adopera per far costruire una strada camionabile che colleghi il borgo con Olginate. L’anno successivo, il 1962, l’impresa Bagno acquista tutti i 300.000 m2 che costituiscono il comune di Consonno.

A questo punto possono cominciare i lavori di demolizione e pochi abitanti del borghetto vengono rapidamente trasferiti in case nella zona circostante al perimetro dei lavori affinché le loro precedenti abitazioni potessero essere rase al suolo dalle ruspe dei dipendenti di Bagno.

L’ambizioso progetto di Mario Bagno era quello di creare un piccolo paradiso dei divertimenti, fornito di tutto ciò che si potesse desiderare, e così le abitazioni tipiche della campagna brianzola lasciano spazio a ristoranti, alberghi di lusso, negozi, campi per praticare tutti gli sport ed elementi suggestivi che evocassero varie culture come sfingi egizie, cannoni medievali, pagode cinesi e l’imponente Minareto. Inoltre, per far godere a tutti gli ospiti delle varie attrattive che Consonno poteva offrire, si realizzò un trenino panoramico che doveva serpeggiare tra i vari edifici.

In poco tempo il progetto si trasforma in una realtà che attira sé folle di turisti di vario genere, fino ad arrivare ad essere una delle mete favorite anche per le maggiori celebrità italiane di quegli anni. Il piccolo Borgo è finalmente diventato quello che Mario bagno aveva immaginato, acquistando una fama sempre maggiore che gli attribuirà poi il nome di “città dei balocchi”.

I desideri dell’imprenditore però hanno vita breve. Tutte le nuove edificazioni e l’appianamento delle colline realizzato per godere di una vista migliore sulla vallata hanno un impatto negativo sull’ambiente e vanno ad intaccare l’equilibrio idrogeologico, provocando così una serie di fenomeni naturali che mettono a dura prova l’esistenza della piccola Las Vegas della Brianza.

A pochi anni dall’acquisto del Borgo i problemi hanno inizio: il movimento di masse di fango, risultato di consistenti e ininterrotte piogge, provoca nel 1967 una prima frana che invade la strada che lo stesso Mario Bagno aveva fatto costruire. Le manutenzioni necessarie avvengono in maniera tempestiva e la città dei balocchi torna alla sua consueta attività, ma purtroppo già questo primo intoppo aveva fatto sì che le affluenze diminuissero in maniera consistente. Il tutto viene aggravato da una seconda frana del 1976, che si riversa nuovamente sulla strada rendendo impossibile l’accesso alla città e determinando così la fine del progetto dell’impresario.

Qualche anno dopo viene fatto un tentativo di rilanciare il luogo, apportando anche delle modifiche che potessero attrarre un bacino più ampio di utenti, e in particolare, lo sfarzoso hotel ormai polveroso viene trasformato in una casa di riposo. Nonostante gli sforzi l’esito non fu comunque positivo, la speranza dovette cedere il passo alla rassegnazione e tutta la struttura venne a poco a poco abbandonata, trasformandosi così nella città fantasma che è ora. Mario Bagno muore nel 1995 e con lui ogni speranza di rinascita per quel piccolo angolo di svago e divertimento.

Tutt’ora a distanza di molti anni Consonno continua a suscitare curiosità e ad attirare coloro che sono affascinati dalla bellezza malinconica dei luoghi dimenticati. Un viaggio a Consonno è un viaggio nel passato, un’occasione per contemplare le ambizioni non realizzate e la persistenza della bellezza anche nelle rovine.

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