Blumatica
Progettazione

Il restauro del palazzo del podestà di Faenza

Gli ingg. Peroni e Minguzzi illustrano, sotto il profilo strutturale, i lavori connessi al restauro del complesso del palazzo del Podestà nel comune di Faenza

21 Aprile 2021
restauro palazzo del podestà
Ing. Marco Peroni, Nicolò Minguzzi

L’intervento di restauro e rifunzionalizzazione del complesso del Palazzo del Podestà di Faenza prende avvio a partire dal 2017 con la redazione, su incarico del Comune, proprietario del fabbricato, della relazione di verifica della vulnerabilità sismica.

Tale approfondita analisi, condotta sul monumento che divide la principale piazza cittadina (Piazza del Popolo) dalla retrostante piazza del mercato (Piazza Martiri della Libertà), ha consentito di individuare le principali vulnerabilità insite nella sua conformazione geometrica e, al contempo, quelle dovute invece all’avanzato stato di degrado e marcescenza in cui versavano alcuni componenti delle strutture portanti, in particolare nella copertura principale del grande salone situato al primo piano del palazzo, denominato “Sala dell’Arengo”.

Il complesso è costituito da un blocco centrale di tre piani fuori terra, conformato secondo il tradizionale schema medievale che vedeva negozi e botteghe poste ad un livello leggermente sopraelevato rispetto al selciato stradale, un primo solaio ligneo a creare un volume a deposito al di sotto delle grandi volte in muratura che compongono l’impalcato del piano nobile e, su questo, l’alta copertura sorretta da capriate lignee. Sul fronte nord occidentale, in affaccio su Piazza del Popolo, è presente un portico al piano terra con colonne in pietra, sovrastato da un loggiato anch’esso con colonne lapidee ma di ordine minore rispetto alle sottostanti, con copertura ad uno spiovente di recente ricostruzione.

Sul fronte opposto, accanto alla torre dell’orologio (completamente ricostruita nel secondo dopoguerra a seguito del crollo operato dalle forze armate tedesche in ritirata), è presente un’ulteriore porzione di fabbricato (un tempo destinato ad ospitare le scuole comunali e, successivamente, la pretura) facente parte del complesso edilizio del Palazzo del Podestà, al quale risulta connessa e collegata mediante una loggetta ad angolo che ospita lo scalone di accesso al fabbricato.

Il piano nobile del fabbricato principale è invece costituito da un’unica aula di imponenti dimensioni, a pianta sostanzialmente rettangolare con lati 50×15 metri, contornata da pareti di 8 metri di altezza e caratterizzata da un coperto a due falde inclinate a capanna costituito da una serie di capriate in legno poggiate sulle pareti perimetrali, quest’ultime spesse da un minimo di 70 ad un massimo di 90 cm. Pur con le sue irregolarità in pianta, tale volume costituisce quindi l’archetipo di quella che noi strutturisti chiamiamo scatola muraria, declinata però nella sua massima dimensione.

Una breve cronistoria della tumultuosa vicenda dell’edificazione del palazzo

Come approfonditamente documentato ed esposto nei volumi “Faenza 100 anni di edilizia”, “un Novecento da ricordare” di Ennio Nonni e Vittorio Maggi (Tipografia Faentina, 2006) e “Il Palazzo del Podestà di Faenza: storia di un cantiere millenario” di Andrea Dari (nd, 2006), il palazzo, originariamente edificato nella seconda metà del XII secolo, è stato nel tempo soggetto a vari ed importanti rimaneggiamenti: ad esempio, i merletti del coperto principale che ne contraddistinguono attualmente la sagoma con chiaro eco medievale, risalgono al primo dopoguerra (1926) e rappresentano in realtà una aggiunta posticcia nell’intento, molto comune all’epoca, di accentuare i caratteri medievali dei centri storici delle città italiane. Inoltre, sul paramento murario che affaccia su Piazza Martiri della Libertà sono facilmente riconoscibili nella tessitura muraria i segni degli interventi e dei rattoppi man mano eseguiti nel corso dei secoli, e tra tutti spiccano quelli appartenenti alla vecchia torre civica che un tempo si erigeva addossata alla porzione sud-orientale del complesso e che, dapprima abbassata di quota per via della sua instabilità nel 1776, fu completamente atterrata nel corso delle demolizioni operate dal ventennio fascista finalizzate alla creazione dell’attuale piazza del mercato[…]

Inquadramento complessivo dell’intervento e strategia progettuale

Il Comune di Faenza, nel corso dello scorso decennio, ha inserito la rifunzionalizzazione ed il restauro del complesso del palazzo del Podestà tra i principali obiettivi per la riqualificazione del centro storico, con l’intento e l’aspirazione di adibirlo a centro polivalente per conferenze, esposizioni ed eventi, sfruttandone appieno l’enorme potenzialità offerta dalla grande aula centrale (il cosiddetto salone dell’Arengo), talmente ampia ed alta da essere stata utilizzata nei secoli scorsi dapprima come teatro e successivamente come campo da calcio, mentre fino a pochi anni fa veniva utilizzata per gli allenamenti al coperto degli sbandieratori del palio cittadino

L’intervento, articolato in più stralci funzionali consecutivi, prevedrà quindi, contestualmente al restauro della porzione più antica del complesso, anche la realizzazione di una scala di sicurezza esterna, necessaria per il rispetto delle normative antincendio, e la ristrutturazione del fabbricato laterale che verrà destinato a biglietteria e bookshop.

Il presente contributo si concentra essenzialmente all’illustrazione, sotto il profilo strutturale, dei lavori connessi al primo stralcio funzionale, che ha riguardato essenzialmente il rinforzo e consolidamento delle murature verticali del corpo principale ed il restauro completo della relativa copertura in legno e laterizio.

 Come brevemente esposto in precedenza infatti, a seguito dei numerosi interventi susseguitisi nel tempo, i paramenti murari che contornano il perimetro del fabbricato apparivano ammalorati, con numerose frazioni disgregate e caratterizzate dalla presenza di vuoti all’interno o con parti miste in mattoni e sasso.

Inoltre, le deformazioni che hanno avuto nel tempo le grandi capriate in legno del coperto, così come la mancanza di cordoli e di collegamenti, hanno causato forti “spiombamenti” delle pareti laterali dell’aula che arrivano in sommità anche a 30 centimetri rispetto alla base del pavimento, come è stato possibile appurare a seguito di un accurato rilievo geometrico-strutturale eseguito a monte della progettazione dell’intervento […]

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