Il ponte strallato: soluzione strutturale e architettonica moderna, efficiente e durevole
Analisi storica e tecnica a cura dell’Ing. Mario de Miranda.
Il ponte strallato è una figura tecnica relativamente recente, seppure i primi concetti si devono a Fausto Veranzio, inventore dalmata del 1500.
E seppur nel 1800 furono realizzate, con poco successo, alcune piccole strutture strallate pedonali con impalcato in legno, i primi veri ponti strallati sono degli anni 50.
Invece, i primi ponti con sospensione a catenaria, i “ponti sospesi” ed i primi ponti a travata risalgono al 1800, ed i primi archi a circa due millenni fa.
Eppure, in questi settant’anni, il ponte strallato si è diffuso in maniera impressionante in tutto il mondo, coprendo con successo tutte le luci: dai cinquanta ai mille metri ed oltre.
Questa popolarità ha ragioni valide e semplici: principalmente efficienza statica, facilità costruttiva, felicemente affiancate da robustezza, durabilità e qualità formale.
E sono ragioni rese evidenti dai primi moderni ponti strallati, che superavano l’iniziale concezione tedesca della travata continua, di elevato spessore, supportata da appoggi elastici discreti e ben distanziati.
La nuova concezione prevedeva infatti impalcati sottili, stralli ravvicinati, diffusi, e schema statico a comportamento reticolare. Questa concezione, che oggi consente di superare i mille metri di luce, è stata introdotta alla fine degli anni 60, in occasione del concorso di idee per l’attraversamento dello Stretto di Messina, da un altro italiano: Fabrizio de Miranda.
Che poi con i ponti sul Paranà in Argentina e sullo Stretto di Rande in Spagna, ne dimostrò concretamente la fattibilità e l’efficienza.
Furono infatti progetti realizzati vincendo un appalto concorso, e quindi prevalendo su altre idee e concezioni, quali quella del ponte ad arco, o del ponte strallato con pochi tiranti in calcestruzzo precompresso.
Il ponte di Rande, progettato nel 1973, aveva ed ha una luce libera di 400 m con un impalcato alto 2.20 m.
Esaminiamo quindi queste ragioni:
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Efficienza
L’efficienza elevata del ponte strallato moderno risiede nel concetto, sopra accennato, di comportamento reticolare: se si dispongono gli elementi strutturali secondo una geometria reticolare, tale che l’equilibrio della struttura principale venga garantito indipendentemente dalla resistenza flessionale dei suoi elementi, il sistema statico risultante è composto da elementi funzionanti a trazione e compressione, utilizzando il materiale nella maniera più efficace ed ottimale.
La continuità flessionale dell’impalcato, ottenibile facilmente, è naturalmente necessaria per regolarizzare le deformazioni e per garantire la ridondanza di cui ai punti successivi. -
Costruibilità
Il secondo punto di forza del moderno ponte strallato, diretta conseguenza del ravvicinato passo degli stralli, consiste nella sua facilità esecutiva col metodo del doppio cantilever bilanciato. Un metodo che consente di superare grandi luci in sicurezza, partendo da due cantieri principali, dai quali il ponte si sviluppa rapidamente, nella sequenza fondazione, pila-antenna, conci d’impalcato e stralli, su quattro fronti in parallelo.
Il metodo a sbalzo è quello classico ed è indispensabile per le grandi luci. Ma, per luci sotto i 200 m sono possibili altri sistemi ed eventualmente ottimali in base alle condizioni logistiche: la costruzione su appoggi provvisori o il varo longitudinale o per rotazione. - Robustezza e ridondanza […]
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