Edilizia di nuovo ad un bivio, costruire un immobile residenziale costa quasi il 20 per cento in più
Angelo Marinelli, amministratore CAM Spa: “Solo aziende con bilanci solidi possono reggere l’urto, per questo servono interventi per tutto il comparto”.
ROMA – Edilizia italiana è di nuovo al bivio, stretto da Nord a Sud in una morsa di aumenti che rischia di annullare i benefici economici goduti, grazie ai bonus, al termine della fase più dura della pandemia. Le previsioni restano positive, ma tornano in discesa. Chiuso un 2021 dal +24,8 per cento di investimenti, il 2022 ha evidenziato una frenata sul +10,1 per cento, mentre le prospettive per il 2023 vedono una crescita di solo il +6,1 per cento.
Che il caro materiali non fosse una bolla, ma piuttosto un cambiamento sistemico, era già chiaro ai professionisti italiani del settore impegnati nelle letture di scenario dello scorso anno. Poi l’invasione russa dell’Ucraina ha concretizzato, mese dopo mese, una nuova e ulteriore impennata dei prezzi, anche dell’energia, andata ad incidere nuovamente sulle attività dei cantieri nonostante non siano considerati propriamente “energivori”.
Secondo le ultime stime fornite da Ance costruire un immobile residenziale, con cantine e box annessi, oggi costa quasi il 20 per cento in più per via degli aumenti.
L’acciaio per cemento armato è cresciuto del 115 per cento, mentre rame, legno e alluminio sono aumentati rispettivamente del 45 per cento, del 47 per cento e quasi del 42 per cento nel periodo di riferimento gennaio 2020 – settembre 2022. I materiali plastici costano il 30 per cento in più. Andando ai prezzi di gas naturale ed elettricità sono schizzati fino al +1606,6 per cento e il +862,6 per cento (Centro studi Assolombarda). Per ottobre è infine attesa una nuova stangata sul carburante provocata dalla decisione dell’Opec di tagliare la produzione di petrolio
Dunque, se da una parte i bonus hanno spinto molti italiani all’acquisto della prima casa o alla ristrutturazione, il caro materiali e il caro energia hanno imposto un ridimensionamento degli obiettivi e per le imprese la revisione delle tempistiche di consegna degli appartamenti.
“Da settembre 2021 abbiamo registrato ritardi nelle consegne dei materiali e tutti gli appartamenti dei nostri complessi abitativi in costruzione erano già stati venduti sulla carta, grazie anche all’applicazione del superbonus 110% e all’adozione degli incentivi previsti dal Decreto Sostegni bis, come il mutuo under 36 – spiega l’amministratore delegato CAM Spa Angelo Marinelli –. Siamo andati inevitabilmente incontro a ritardi nella consegna ed era necessaria una soluzione urgente per fare fronte alle legittime richieste dei nostri acquirenti. CAM Spa è fortunatamente una realtà solida che negli ultimi dodici mesi è stata in grado di fronteggiare le difficoltà portate dal Covid-19, il caro materiali e le prime avvisaglie del caro energia anticipando le somme necessarie attingendo dal proprio bilancio, senza intaccare eccessivamente i propri equilibri finanziari. Noi ci siamo riusciti, ma quante aziende italiane possono fare altrettanto?Alla luce di questo nuovo scenario resto d’accordo con quanti hanno sostenuto, negli scorsi mesi, la necessità di nuovi strumenti legislativi per modificare i contratti e resto in attesa di conoscere le soluzioni che il nuovo governo penserà per calmierare il costo dell’energia e supportare le ingenti spese a cui tutte le PMI italiane sono destinate ad andare incontro”.
Gli esperti di economia prospettano decenni di instabilità dei prezzi, per questo solo un’accelerazione degli investimenti su tecnologia, innovazione, sostenibilità, sembra la soluzione nel medio periodo per puntare ad una riduzione dei costi nel settore edilizio