Verso orizzonti sostenibili: Edilizia Circolare.
L’utilizzo del rifiuto inerte nel calcestruzzo.
Il calcestruzzo è oggi uno dei materiali più utilizzati nel settore delle costruzioni per la sua versatilità e per le tecniche costruttive consolidate ormai da tempo.
Atecap, l’Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato ha dichiarato che solo in Italia, nel 2020, sono stati prodotti 28 milioni e 600 mila metri cubi di calcestruzzo. [ATECAP, Associazione Tecnico Economica del Calcestruzzo Preconfezionato]
L’associazione ha dichiarato inoltre che queste quantità sono destinate a crescere nel tempo soprattutto per la fase incoraggiante che il settore delle costruzioni sta vivendo in questi ultimi anni.
Tuttavia la produzione del calcestruzzo richiede una rilevante quantità di energia che concorre in maniera importante all’incremento dell’inquinamento ambientale, problema a cui, soprattutto negli ultimi anni, è diventato indispensabile far fronte.
L’industria del calcestruzzo è infatti responsabile del 5% delle emissioni globali di CO2, che deriva principalmente dalla fase di calcinazione quando viene prodotto il cemento. [Misurare l’impatto del calcestruzzo dalla culla alla tomba]
L’aspetto rilevante, però, è la considerazione del calcestruzzo come rifiuto speciale in quanto prodotto da attività industriale che non contiene al suo interno sostanze nocive e per questo motivo deve essere conferito in apposite discariche oppure destinato a particolari impianti di trasformazione.
Tuttavia relativamente al calcestruzzo è più efficace tener conto del concetto di “rifiuto inerte”, che rientra nella categoria dei rifiuti da “costruzione e demolizione” ed è definito come “rifiuto solido che non subisce nessuna trasformazione fisica, chimica o biologica significativa” e che non si dissolve, non brucia e non è soggetto ad altre reazioni fisiche o chimiche. [M. CASINI, F. CUMO, G. PIRAS, Edilizia ed Economia Circolare: End of Waste dei rifiuti inerti]
Il rifiuto inerte non è del tutto inutile, può essere infatti impiegato, dopo essere stato “riciclato”, per altri scopi come per esempio i fondi stradali.
Entra in gioco a questo punto il concetto di Edilizia Circolare, anche a causa dell’enorme quantità di rifiuti C&DW prodotti ogni anno e delle politiche ambientali sempre più stringenti. L’Edilizia Circolare in sostanza utilizza materie prime naturali e rinnovabili, realizza soluzioni che permettono il loro riutilizzo e infine sfrutta i materiali che vengono scartati da altri processi industriali e da demolizioni di altri edifici come materie prime per la costruzione di nuove strutture.