EcoBonus e SismaBonus al 110%: tecniche per efficientare gli edifici esistenti
Approfondimento tecnico dell’ing. Cristian Angeli sull’efficientamento di edifici esistenti con l’EcoBonus e il SismaBonus.
L’Ecobonus e il Sismabonus, ora potenziati fino al 110% per effetto del decreto rilancio, prevedono l’accesso alle note detrazioni fiscali a seguito di interventi di efficientamento strutturale ed energetico di edifici esistenti.
Qualora si operi con tecniche di tipo tradizionale, questo duplice obiettivo può essere perseguito con interventi distinti che, nel caso del miglioramento sismico, hanno l’effetto di rendere temporaneamente inagibile l’edificio, richiedendo la messa a nudo totale o parziale della struttura esistente per poter operare sui pilastri, sui nodi o sulle pareti. La tipologia e l’entità dei lavori dipendono ovviamente dalla natura dell’edificio sul quale si interviene, nonché dalla tecnica costruttiva originaria (muratura portante o cemento armato). Dipendono inoltre dal grado di “sicurezza” che si vuole ottenere, potendo scegliere tra interventi locali, miglioramenti o adeguamenti sismici.
Sempre con riferimento alle tecniche tradizionali, la metodologia usuale di efficientamento prevede che, una volta terminati i lavori sulle strutture, si prosegua con le opere volte al “rinnovamento” energetico, ad esempio mediante realizzazione di un cappotto termico.
I più comuni interventi praticabili per ottenere l’efficientamento dell’involucro di un edificio esistente sono riportati nella tabella seguente.
Interventi per il miglioramento strutturale | Interventi per il risparmio energetico |
Placcature con betoncini armati | Realizzazione del cappotto esterno |
Fasciature con FRP | Realizzazione del cappotto interno |
Inserimento di isolatori sismici | Intonaco termico |
Introduzione di pareti di taglio | Insufflaggio in intercapedine |
È evidente che l’esecuzione di queste opere, in successione tra loro, richiede tempi e costi notevoli. Tempi e costi che devono essere valutati in relazione ai “paletti” fissati dal decreto rilancio (ultimazione dei lavori entro il 31 dicembre 2021 e massimali per le varie categorie di opere). Ma soprattutto determinano disagi per gli occupanti, che si trovano costretti ad abbandonare le loro abitazioni per tutta la durata dei lavori.
A ciò si aggiungono le complicazioni burocratiche, che non sono poche, considerando il nodo delle varie asseverazioni e le procedure bancarie previste per il reale ottenimento delle agevolazioni nella forma, senza dubbio la più allettante, della cessione del credito a terzi.
Quindi c’è bisogno di soluzioni “semplificanti”, dal punto di vista tecnico e procedurale.
L’applicazione del sistema costruttivo ICF
Una risposta da questo punto di vista può essere ottenuta mediante l’applicazione del sistema costruttivo ICF (Insulating Concrete Form), che permette di realizzare, in un’unica fase, l’efficientamento sismico ed energetico, di edifici indifferentemente in muratura o a telaio in cemento armato. Si tratta sostanzialmente di realizzare un esoscheletro mediante pareti ICF che vengono affiancate all’involucro e collegate ad esso in corrispondenza dei cordoli di piano, con apposite cuciture.
Dal punto di vista energetico questa soluzione è senza dubbio efficace poichè consente, tramite la doppia lastra isolante, di abbattere notevolmente la trasmittanza delle pareti esistenti e consente altresì di migliorare le prestazioni in regime estivo, grazie alla massa del cls.
Ancor più valido – in termini ovviamente generali – il miglioramento ottenuto in termini di sicurezza, per effetto delle pareti in cemento armato alle quali può essere affidata l’intera azione sismica, che viene così “sottratta” alle strutture preesistenti, normalmente progettate solo per resistere ai carichi statici. Una soluzione integrata dunque, che permette di accedere sia all’Eco sia al Sismabonus massimizzando i risultati dell’intervento. Il tutto con costi diretti e indiretti molto contenuti.
Esempio applicativo
Ho testato il precedente approccio con molteplici simulazioni, che hanno confermato i vantaggi anche dal punto di vista numerico. In particolare ho analizzato il caso di un condominio edificato negli anni ’70 nella periferia di Bologna, in zona climatica E, composto da 6 unità immobiliari. Nello stato di fatto le pareti perimetrali sono ipotizzate come molto scadenti, in laterizio di spessore 30 cm, prive di coibentazioni.
È stato altresì ipotizzato di intervenire rivestendo l’edificio con due diverse modalità:
- con pareti ICF continue di spessore 6/15/7.5 (corrispondenti alla tipologia ICF ITALIA, di spessore tot. 27cm), distribuite su tutto l’involucro;
- con pareti ICF discontinue di pari spessore e con cappotto in EPS da 15cm.
Con riferimento all’unità immobiliare posta in posizione climaticamente più sfavorevole ho ottenuto, con entrambe le modalità di intervento, i risultati mostrati nella grafica allegata (EcoBonus 110%), passando da una classe energetica F a una classe B, con un forte miglioramento delle prestazioni dell’involucro in regime invernale e con un marcato salto di prestazioni in regime estivo.
Ciò pur mantenendo gli impianti esistenti, limitando al minimo i costi di intervento, evitando lavori invasivi, riducendo al minimo gli extraspessori murari.
Sullo stesso edificio ho svolto anche una simulazione di efficientamento strutturale, sempre adottando il sistema costruttivo ICF ITALIA.
Nello stato di fatto la struttura è ipotizzata a travi e pilastri di cemento armato, non antisismica, con tamponamenti in laterizio. La verifica nello stato di fatto ha evidenziato una situazione di particolare vulnerabilità sismica, con pilastri e spostamenti non verificati. La classe di rischio ISV che ne deriva è infatti pari a F.
È stato ipotizzato di intervenire rivestendo l’edificio con pareti ICF continue di spessore 6/15/7.5 (setto in c.a. di rinforzo di spessore 15 cm, totale 27 cm), distribuite su tutto l’involucro e collegate a livello dei cordoli di piano. A dette pareti è stata affidata l’azione sismica, considerando i pilastri preesistenti come “secondari”.
A seguito della verifica tale intervento si è dimostrato risolutivo per eliminare tutte le criticità strutturali dell’edificio, che è divenuto “sismoresistente”, passando da una classe di rischio F a una C, con un salto di ben 3 posizioni.
Le tecniche utilizzabili per l’efficientamento di edifici esistenti sono state illustrate anche in un mio recente libro, dal titolo “ECOBONUS E SISMABONUS AL 110% – RIFERIMENTI NORMATIVI E TECNICHE PER RIQUALIFICARE GLI EDIFICI”.
La trattazione è divisa in due parti. La prima spiega sinteticamente che cosa sono l’EcoBonus e il SismaBonus al 110%. Contiene inoltre una sintesi ragionata delle leggi e dei decreti ministeriali che li regolano. La seconda fornisce alcuni cenni sulle tecniche innovative applicabili per riqualificare, dal punto di vista sismico ed energetico, l’involucro esterno di edifici esistenti con struttura a telaio in cemento armato. In particolare viene approfondito il sistema costruttivo ICF (Insulating Concrete Form) che, come sopra illustrato, permette di accedere vantaggiosamente agli incentivi operando solo dall’esterno delle strutture e senza necessità di sgombero degli occupanti.
Maggiori informazioni e contatti sono disponibili nel sito www.icfpro.it oppure nel sito www.icfitalia.eu.