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Breve storia della classificazione sismica in Italia

Come è cambiata e perché la concezione di “classificazione sismica” nella nostra penisola: criteri, riflessioni e curiosità

20 Gennaio 2025
Ing. Braian Ietto
Direttore responsabile de "Lo Strutturista" e fondatore di "Ingegneria e dintorni"

Una vera e proprio evoluzione quella della classificazione sismica italiana dal 1900 fino alla nuovissima mappa di settembre 2024. Ma dietro le mappe, ci sono delle storie che vale la pena raccontare.

Ecco qualche spunto di riflessione:

1 – Classificazione post-catastrofe: notate qualcosa di familiare? Spesso la classificazione sismica è avvenuta solo DOPO un evento catastrofico. È come se agissimo sempre quando il danno è ormai fatto, seguendo l’onda dell’attenzione mediatica momentanea.

2 – Declassificazioni elettorali: fino agli anni ’50 alcune aree classificate sismiche venivano addirittura declassificate, come se il terremoto potesse dichiarare: “Da qui non passerò più!” Gli interessi cambiavano, e con loro anche le priorità. Purtroppo, la memoria è corta.

3 – Fino al 2003, ampie zone non erano classificate: una buona parte del territorio italiano non era considerata sismica fino a pochi decenni fa. Risultato? Edifici molto recenti progettati senza alcun criterio antisismico.

4 – l paradosso dei confini comunali: la classificazione è Comunale. Fino a pochi anni fa quando non tutto il territorio non era sismico si arrivava al paradosso di avere edifici sul lato destro di una strada in zona sismica, mentre quelli a sinistra no. Indovinate dove si costruiva per risparmiare?

5 – Modifiche “strategiche” per il Sismabonus: le ultime modifiche recenti hanno portato alcune regioni ad aumentare la sismicità dei propri Comuni. Infatti molte zone sono passate da sismica 4 a sismica 3. Perché? Per accedere al Sismabonus 110%.

6 – La zonizzazione oggi: attualmente, la classificazione ha un ruolo amministrativo. Serve principalmente a definire procedure come deposito/autorizzazione e a determinare la percentuale di pratiche da sorteggiare per i controlli. La forza con cui ci dobbiamo “sfidare” invece è calcolata in maniera probabilistica.

La prevenzione sismica non è solo tecnica. Non mancano gli strumenti o le conoscenze. Mancano consapevolezza, volontà e risorse. E queste tre cose sono strettamente legate tra loro.

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