Ma il BIM esiste davvero?
Software, corsi, manuali etc… facciamo chiarezza sul mondo BIM e tutto ciò che è necessario sapere.
Il termine BIM è uno dei più abusati in edilizia. Basti girare un po’ per il web per trovare corsi futuristici, conferenze, software, master universitari, figure professionali e potremmo star qui per ore… Ma che cos’è il BIM? In cosa consiste realmente? L’acronimo BIM sta per Building Information Modeling e si configura come un modello, una tipologia di approccio nuova basata sull’interoperabilità. Il concetto è semplice: tutti gli attori del processo edilizio hanno accesso a tutte le informazioni in tempo reale, garantendo la lavorazione e la condivisione su un unico file. I vantaggi sono innumerevoli quali riduzione dei tempi morti tra i vari attori, perfetta integrazione tra architettonico e strutturale, standardizzazione dell’estensione di tutti i documenti tramite il modello IFC, riduzione di errori, duplicazioni e controlli di congruenza. La creazione di un unico file digitale consente la generazione di un documento digitale unico, frutto della condivisione della conoscenza di tutti gli addetti ai lavori. Purtroppo l’occasione di business elevata, la scarsa conoscenza degli addetti ai lavori, ha fatto sì che nello sciacallaggio generale, si trovi la parola BIM ovunque anche senza un reale perché.
Un linguaggio universale
Da quando è nato questo approccio (primi anni ’70), la problematica ricorrente è stata di creare un linguaggio comune per consentire la “comunicazione” tra i vari attori. È con questi presupposti che nasce l’Industry Foundation Class, così come definito da buildingSMART, ovvero un codice unico per garantire l’utilizzo dello stesso modello da software differenti senza perdita di informazioni. La buildingSMART ha creato differenti livelli di estensione IFC quali IFC2, IFC2x3 e IFC4 Add1 e IFC4 Add2 per citare i più recenti, che consentono di interagire con i modelli di progetto nella maniera più opportuna secondo l’esigenza dell’utente.
L’evoluzione del concetto
L’evoluzione del concetto è stata comunque rivoluzionaria: dalla modellazione geometrica 3D di un fabbricato, si è passati alla 4D che tiene conto dei tempi, alla 5D che considera i costi fino alla 6D per ciò che riguarda la gestione e manutenzione. Oggi si tende, sempre di più, a parlare non solo di Building Information Modeling ma di Building Information Management o addirittura Construction Information Management inteso più come un modello di gestione e coordinamento che di progettazione vera e propria. In definitiva, il BIM esiste davvero? La risposta è si, esistono diversi software che consentono l’import ed export di file generati con programmi differenti in nome dell’interoperabilità tanto conclamata, ma problemi in ambito strutturale, di comunicazione tra programmi “chiusi” sulla propria architettura, di una normativa precisa e ben delineata evidenziano che di strada ce n’è ancora tanta da fare.