L’Eiffel italiano e il primo ponte girevole di Taranto
L’Ingegnere Daniele Borgogni si è occupato della storia del ponte girevole di Taranto e del suo progettista Alfredo Cottrau.
Nel 1480 per rendere più sicura la città di Taranto da un eventuale attacco dei Turchi che insidiavano tutto il Salento Ferdinando d’Aragona fece ripristinare il vecchio castello bizantino e scavare un canale.
Il Genio Militare propose di realizzare un ponte girevole sul canale e venne indetto un Concorso in cui si richiedeva alle Imprese invitate di ideare e sviluppare progettualmente l’opera. Lungo 89 m, largo 6.70 m, il ponte doveva essere di una sola campata e doveva essere realizzato in ferro.
Le richieste del Bando erano estremamente precise e puntuali, fatto salvo per il sistema di apertura/chiusura del ponte girevole: era chiaro quale fosse il risultato da ottenere, ma era altresì molto nebulosa e vaga la modalità per consentire l’apertura e la chiusura della struttura.
In Europa esistevano pochissimi esemplari di ponte girevole e ognuna rispondeva in modo personale alle esigenze specifiche del luogo in cui era installata. Di fatto non esisteva una documentazione solida o esempi di comprovata validità generale a cui attingere.
La richiesta era quella di un ponte girevole, ma nella realtà si trattava di progettare e realizzare una “macchina a scala urbana”, sintesi perfetta tra Ingegneria Strutturale e Ingegneria Meccanica, in un’epoca in cui le risorse energetiche erano tutt’altro che scontate. […]
La Direzione del Genio Militare formulò il bando per la gara d’appalto a “concorso speciale fra i più accreditati stabilimenti nazionali”, con il quale si chiedevano la definizione del progetto, le modalità della sua esecuzione e l’obbligo di contenere la spesa entro la cifra di 400’000 Lire. Il ponte girevole di Taranto sarebbe dovuto essere in ferro, con luce di sessanta metri tra le due spalle e costituito da due parti mobili che potevano aprirsi indipendentemente l’una dall’altra ed indifferentemente nelle due direzioni. […]
La struttura del ponte girevole di Taranto, progettato dall’ing. Alfredo Cottrau, era costituita da un grande arco metallico, diviso in due parti che si riunivano in chiave ed avevano la possibilità di ruotare indipendentemente l’una dall’altra, attorno ad un perno verticale fissato alla spalla corrispondente. Ciascuna travata proseguiva, quindi, nella parte posteriore per circa 11 metri. Questo aggetto veniva chiamato coda o retrobraccio ed aveva la funzione di alloggiare le zavorre di contrappeso. La lunghezza totale del ponte misurava circa 89 metri ed era caratterizzata da una curvatura di circa 990 metri. Tale configurazione fu scelta per approssimare quanto più possibile l’andamento del momento flettente. […]
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