Il paradosso dell’albo nazionale: aumentano gli ingegneri diminuiscono gli iscritti
Secondo uno studio del CNI, nel 2017 si è registrato un aumento del 7% dei laureati in ingegneria ma di contro sono diminuiti gli iscritti all’albo. Qual è il problema?
Nel rapporto annuale redatto dal Centro Studi del CNI (Consiglio Nazionale Ingegneri) emerge un dato significativo ed evidenzia l’interesse dei giovani verso le materie scientifiche: il numero di laureati in ingegneria è aumentato del 7%. (2017). I numeri parlano di 26mila laureati di primo livello di cui circa la metà risultano iscritti nella classe di laurea L-9 Ingegneria Industriale. Il settore civile ed ambientale si colloca al secondo posto corrispondente al 22,5% dei laureati e con ben 7.557 unità che hanno conseguito il titolo magistrale. Si riportano le parole del Presidente Zambrano sulla questione:
“L’aumento del numero dei laureati in ingegneria è senza dubbio una buona notizia. All’interno di questo trend, tuttavia, emerge una criticità legata al sistema “3+2” che ha portato ad una definizione poco precisa dei laureati triennali e alla loro collocazione sul mercato del lavoro. Non a caso gran parte di loro optano per la prosecuzione degli studi fino all’ottenimento della laurea magistrale. A questo proposito, sono maturi i tempi per tornare ad ipotizzare un unico percorso quinquennale”.
Aumentano gli ingegneri, diminuiscono gli iscritti all’albo: perchè?
Nel rapporto del Centro studi del CNI oltre all’incremento continuo di quote rosa tra gli iscritti in ingegneria spunta un dato importante e che spinge a fare una riflessione: il numero di iscritti agli albi professionali. Nel documento Osservatorio sugli esami di abilitazione dell’anno 2017 il dato importante è: a fronte di 24.976 laureati (2016), circa un terzo ha sostenuto l’esame di stato e 3476 risultano iscritti presso l’ordine professionale di appartenenza. Il risultato è ancor più triste se si pensa che circa il 60% appartengono al settore civile-ambientale, necessario e abilitante per la libera professione. Tra i commenti l’osservatorio fa notare che:
E’ difficile ritenere che tra le cause di questo progressivo distacco vi sia la difficoltà delle prove d’esame, visto che il tasso di successo si mantiene, così come nel passato, su valori elevati attestandosi, per il 2017, all’87,4%. Un fattore determinante va individuato invece nella distinzione in settori dell’Albo professionale che, di fatto, ha indotto diverse categorie di laureati in ingegneria a ritenere inutile l’iscrizione all’albo professionale.
Gli ordini comunque offrono servizi di assistenza e formazione ai propri iscritti, promuovendo trasparenza e aggiornamento continuo. Il problema, come riportato ancora dall’osservatorio, è che sono in atto due fenomeni concomitanti che contribuiscono all’assottigliamento progressivo del numero di iscritti all’Albo degli Ingegneri. Non solo, infatti, si sta contraendo di anno in anno il numero di ingegneri che decide di abilitarsi , ma anche tra coloro che conseguono il titolo abilitante, un numero decisamente elevato (nel 2017 oltre la metà degli abilitati) decide di non iscriversi all’albo, assegnando alla libera professione un ruolo di seconda opportunità in caso di necessità.