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Calcestruzzi autocompattanti – parte II

Self-Compacting Concrete (SCC) – possono essere gettati all’interno della cassaforma riempiendo qualsiasi angolo senza l’ausilio di fattori esterni, ma sfruttando esclusivamente il proprio peso

7 Ottobre 2024
Elia Riccobon
Ingegnere civile specializzato in calcolo strutturale

Valutazione dell’autocompattabilità

Come descritto nell’articolo precedente i calcestruzzi autocompattanti (Self-Compacting Concrete (SCC) sono una categoria di conglomerati cementizi capaci di essere gettati all’interno di una cassaforma e di riempirne qualsiasi angolo senza la necessità di alcuna forma di compattazione o vibrazione esterna, facendo ricorso esclusivamente all’energia impressa dal peso proprio del materiale.

Spesso per garantire una messa in opera di successo è necessario valutare l’autocopattabilità del materiale. Alla tradizionale prova con il cono di Abrams, diffusamente impiegata per la valutazione della consistenza dei tradizionali calcestruzzi fluidi e superfluidi viene affiancata una serie di prove che forniscono una stima sulla resistenza alla segregazione e alla deformabilità allo stato fresco dell’impasto. I più diffusi sono il V-funnel, l’U-box e l’L box ad armatura orizzontale e verticale.

La misura dell’abbassamento al cono di Abrams per i calcestruzzi autocompattanti perde di significato per ovvie ragioni. Rimangono però validi i valori del diametro della focaccia di calcestruzzo ottenuta dopo il sollevamento del cono e del tempo necessario alla focaccia di calcestruzzo per raggiungere il diametro di 500mm.

Altre prove complementari allo slump flow consentono di valutare la mobilità della massa in spazi ristetti.

La prova di svuotamento del cono (V-funnel) consiste nella misura del tempo impiegato da un volume noto di calcestruzzo a fuoriuscire da un imbuto di dimensioni definite. Per i calcestruzzi autocompattanti si registrano valori di un paio di secondi, mentre i calcestruzzi tradizionali superfluidi impiegano più di 30 secondi o addirittura provocano l’arresto della fuoriuscita del materiale.

Le apparecchiature a scatola (l’U-box e l’L box) invece prevede la misura della quantità di materiale capace di attraversare una griglia di barre con passo e diametro definiti in base alla autompattabilità prescritta da progetto.

Con l’integrazione di queste prove è possibile avere un grado di conoscenza adeguato delle caratteristiche reologiche dei calcestruzzi autocopattanti.

Bibliografia

L. Coppola, La Reologia ed il Proporzionamento dei Calcestruzzi Autocompattanti, Researchgate, 2001

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