L’attraversamento dello stretto di Messina: un’alternativa alla soluzione ufficiale
Lunga è la storia del coinvolgimento umano nel problema dell’attraversamento dello Stretto di Messina; il sogno di collegare la Sicilia con il Continente ha stimolato la mente umana fin dall’antichità. PARTE 1.
E’ noto che la storia dell’attraversamento dello stretto di Messina risale alla prima guerra punica, quando i romani guidati da Cecilio Metallo e vincitori su Asdrubale nella battaglia di Palermo trasportarono i 140 elefanti da guerra catturati dai legionari romani su precarie zattere di legno, che collegavano temporaneamente la Sicilia al Continente.
La nascita delle 2 soluzioni: la storia recente
Nel 1969 fu bandito un CONCORSO INTERNAZIONALE DI IDEE PER LA REALIZZAZIONE DI UN COLLEGAMENTO STABILE TRA LA SICILIA ED IL CONTINENTE.
Fra i 143 progetti provenienti da tutto il Mondo, 6 progetti furono dichiarati vincitori del 1°premio, appartenenti a tre diverse tipologie:
- Ponte sospeso
1 campata | 3000 m | Sergio Musmeci |
3 campate | 770-1600-770 m | Gruppo Ponte Messina |
4 campate | 465-1360-1360-465 m | Gruppo Montuori |
5 campate | 500-1000-1000-1000-500 m | Technital |
- Ponte strallato
3 campate: 540-1300-540 m Lambertini, De Miranda, Leonhardt
- Ponte di Archimede
Tunnel Galleggiante Sommerso Alan Grant
Le soluzioni a più campate furono subito escluse a priori dalle locali autorità portuali, che dichiararono che nessun pilone intermedio poteva essere accettabile a causa dell’intralcio al traffico marittimo in presenza di forti correnti.
Rimasero quindi in lizza solo due soluzioni:
- Il progetto di Sergio Musumeci di un ponte ad una campata di 3.000 m (FIG.3)
- Il progetto di Alan Grant di un tunnel galleggiante sommerso (FIG.4)
Entrambe le soluzioni possono considerarsi innovative.
La proposta di Musumeci affronta e risolve brillantemente il problema della deformabilità dei ponti sospesi. Con quella luce allora non esistevano esempi nel mondo. All’epoca il ponte più lungo era il Verrazzano Narrow di New York costruito nel 1964 con una luce di 1298 m. Affrontare una luce di 3000 m richiedeva di immaginare una soluzione innovativa che non si limitasse a studiare il problema in due dimensioni, ma ne esaminasse il comportamento spaziale. Il risultato è stato una soluzione a tensostruttura tridimensionale che di fatto ne riduce la luce efficace a 2000 m con un impalcato stabilizzato anche trasversalmente (Fig. 3).
– Nel 1981 la Società Stretto di Massina S.p.A. avvia la fase operativa per la progettazione definitiva del Ponte, scegliendo senza esitazioni la soluzione a campata unica con una luce di 3300 metri, mai realizzata al mondo, con schema statico di ponte sospeso ben diverso, e certamente meno affidabile, rispetto a quello progettato da Sergio Musumeci. Il progetto Musumeci, allora sottovalutato, non è stato dimenticato dalla cultura dell’Ingegneria Strutturale. Infatti il plastico del suo ponte è in bella mostra presso il museo Maxxi di Roma (Fig. 5). […]
Per leggere l’articolo completo acquista il numero 16 della rivista Lo Strutturista.
Per essere sempre aggiornato e leggere contenuti inediti abbonati alla rivista Lo Strutturista – La prima rivista per gli strutturisti italiani.