Superbonus, cosa succede alle imprese?
I crediti del superbonus 110 % continuano la propria discesa: il valore corrisposto dalle banche arriva all’82 %.
Si va verso un nuovo aggiornamento delle regole per il Superbonus, anche in seguito alle polemiche sollevate dalle associazioni di categoria dopo la stretta riguardante le cosiddette cessioni di credito.
In sostanza, per i lavori iniziati dallo scorso 1° gennaio 2023 la cessione del credito è bloccata.
In audizione Abi (Associazione bancaria italiana), il direttore Giovanni Sabatini, ha focalizzato il suo intervento sul nodo crediti incagliati. Le banche hanno esaurito la capacità fiscale e la possibilità offerta dal legislatore di cedere i crediti acquisiti ad altri soggetti «è di fatto limitata dal quadro normativo che espone il cessionario a rischi anche penali», richiamando l’attenzione sui problemi in seno al concorso nelle violazioni del cessionario e al sequestro dei tax credit che l’autorità giudiziaria dispone nei confronti del cessionario che li ha acquistati in buona fede, invocando un intervento normativo ad hoc.
Per Eurostat il Superbonus c.d. 110% non è debito pubblico. È questo quanto chiarito da Luca Ascoli, direttore del dipartimento statistiche sulla finanza pubblica di Eurostat
La palla passa adesso all’Istat, da cui si attende la decisione in merito alla classificazione dei bonus edilizi entro il 1° marzo.
Continua Ascoli «i tax credit pagabili sono quelli per cui una spesa da parte del governo sorge al momento dell’evento generatore del credito, mentre i non pagabili non provocano una spesa immediata ma riducono le entrate statali future»
L’Italia è l’unico paese in Europa a prevede una trasferibilità così ampia dei tax credit.
Le banche non stanno accettando i crediti e le aziende non hanno più liquidità.
L’appello a cambiare la norma è arrivato anche da ANCE, l’associazione dei costruttori. “Il governo dovrebbe ripensare rapidamente a questa situazione, perché la situazione che si è creata è insostenibile – ha affermato Gabriele Buia, presidente di ANCE – Si sta già verificando uno stop degli interventi e una mancata crescita”. La proposta di impiegare la Banca d’Italia come garante sulle cessioni dei crediti è arrivata proprio da Ance.
Per esempio la giunta regionale d’Abruzzo ha approvato un progetto di legge per l’acquisto dei crediti fiscali esistenti in seguito ai lavori di Superbonus 110%. Si tratta di una operazione senza costi per la Regione che avrà un notevole impatto al settore edile che si trova in un momento molto difficile.
Nello specifico la Regione acquisterà crediti fiscali dalle banche ad un prezzo minore rispetto al valore nominale che compenserà con imposte e contributi che la Regione paga tramite F24.
“Siamo molto soddisfatti – hanno sottolineato gli assessori Nicola Campitelli e Mario Quaglieri – per l’approvazione di questa delibera e ringraziamo gli uffici per il lavoro di approfondimento e verifica sulla fattibilità dell’operazione che ci si augura possa dare un contributo reale ad un settore importante come quello dell’edilizia”.