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Superbonus: cosa cambia con il nuovo governo di centro-destra?

Le ipotesi di Fratelli d’Italia vanno dalla detrazione tra il 60% e il 70%, una scadenza più lontana e una modulazione in base al reddito e al tipo di casa

7 Ottobre 2022
nuovo governo
Redazione calcolostrutturale.com
La redazione di calcolostrutturale.com è composta da ingegneri edili, copy strategist ed esperti di marketing e comunicazione.

Sebbene il nuovo governo non si sia ancora formato, si rincorrono le voci di quelle che potrebbero essere delle modifiche al Superbonus da parte del nuovo esecutivo di centro-destra a trazione Fratelli d’Italia. Di sicuro sembra che l’incentivo sia destinato a rimanere, magari non nella formula di “bonus” ma quasi come misura strutturale, per continuare a sostenere il comparto dell’edilizia e delle costruzioni. La stessa leader di partito, Giorgia Meloni, prima dell’insediamento del nuovo governo, aveva affermato che “il Superbonus nasceva da un obiettivo nobile ma la norma, come spesso accade, era scritta male e applicata peggio”.

La novità principale potrebbe essere rappresentate dall’aliquota, non più al 110% ma in una forbice compresa tra il 60 e il 70 %, magari diversificando ulteriormente in base al reddito del beneficiario e al tipo di immobile. Andranno ovviamente salvati e accompagnati i così detti “esodati del 110%”, cioè le aziende che avevano messo in moto i lavori prima dell’ultima stretta dell’esecutivo Draghi.
 
Attualmente per abitazioni unifamiliari, unità funzionalmente indipendenti e con accesso autonomo, il superbonus 110% è scaduto il 30 giugno 2022; solo chi, al 30 settembre 2022 ha dimostrato di aver completato almeno il 30% dei lavori, può fruire del bonus fino al 31 dicembre 2022. Invece, per i condòmini e per gli immobili da 2 a 4 unità posseduti da un unico proprietario, il bonus sarà del 110% fino al 2023 e poi scenderà al 70% nel 2024 e al 65% nel 2025. Nei programmi elettorali del centrodestra i bonus edilizi erano previsti ma oggetto di una profonda revisione: Fratelli d’Italia citava genericamente l’efficientamento energetico mentre Forza Italia proponeva una più generica razionalizzazione e semplificazione delle norme sui bonus edilizi per finire con la Lega che proponeva una stabilizzazione degli ecobonus per la riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare privato.

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