Magazzini Generali: LA RICERCA DELLA FORMA PERFETTA
“Alla Natura si comanda solo ubbidendole” – Francis Bacon
È il 1923 quando Chiasso, la città più meridionale della Svizzera, situata all’interno di un’ansa del confine con l’Italia, ebbe la necessità di dotarsi di un complesso costruito per facilitare i servizi doganali tra la Svizzera e l’Italia. L’idea dell’Amministrazione locale era quella di realizzare un edificio che facesse da raccordo tra i due Stati. I treni Svizzeri sarebbero dovuti entrare nel complesso, avrebbero scaricato le loro merci che, dopo aver attraversato la dogana all’interno di un manufatto, sarebbero state caricate sui treni italiani dall’altra parte. Del progetto fu incaricato Ettore Brenni, ingegnere locale e dignitario civico. Per la realizzazione dei Magazzini Generali venne imposto l’uso del calcestruzzo armato. Nel 1923, le teorie per il dimensionamento delle strutture in cemento armato muovevano i primi passi e molto spesso i progetti erano demandati alle Ditte, che ne detenevano i vari brevetti.
Il ricorso a metodi semi-empirici, non suffragati da alcuna teoria, era la prassi. Anche se, ad onor del vero, le Grandi Imprese annoveravano tra le loro fila i migliori Strutturisti viventi che, oltre alla Progettazione, si occupavano anche dello sviluppo delle Teorie di Calcolo. Basti pensare che L’ingegnere Capo della Wayss & Freytag era, in quel periodo, il Prof. Emile Morsch, passato alla storia per il suo Traliccio per lo studio del taglio per le sezioni in conglomerato cementizio armato.
Data la difficoltà del progetto, Ettore Brenni chiese l’aiuto di un illustre collega esperto nella progettazione di strutture in cemento armato, che assunse volentieri il mandato. Il suo nome era Robert Maillart, considerato un Genio delle Strutture in Cemento Armato, da poco rientrato dalla Russia dopo la scomparsa dell’amata moglie.
Gli uffici e il magazzino occupavano un edificio rettangolare di 25 m di larghezza con tre piani sopra un seminterrato; il piano terra doveva essere a livello della piattaforma ferroviaria. Il tetto a falde di tegole in cotto poggiava su una superficie in calcestruzzo gettato in opera.
Gli uffici si estendevano per circa 15-20 m dietro l’ingresso del timpano, con il magazzino che occupava i restanti 60-65 m della lunghezza dell’edificio. […]
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