Ponti esistenti, competenze nuove
Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti
Nel maggio 2020 venivano emanate le “Linee guida per la classificazione e gestione del rischio, la valutazione della sicurezza ed il monitoraggio dei ponti esistenti”, che hanno segnato un notevole cambiamento nell’approccio conoscitivo, diagnostico e di verifica su tali strutture esistenti.
Le linee guida, elaborate da un Gruppo di Lavoro coordinato dal Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, hanno per il momento un’applicazione di carattere “sperimentale”, intendendo con ciò non tanto che siano in una fase di “studio” per l’“incerto” esito che può derivare dalla loro applicazione, quanto piuttosto volendo sottolineare la necessità di agire progressivamente al fine di allineare ad esse prassi e metodologie già consolidate negli anni presso i vari enti coinvolti nella gestione delle opere d’arte stradali.
Molti sono gli aspetti innovativi introdotti che vanno sicuramente a colmare anche una evidente lacuna presente nelle norme tecniche vigenti, sia sotto il profilo dell’approccio al calcolo sia sotto quello della conoscenza del costruito, così come – forse aspetto veramente determinante per garantire una applicazione effettiva su larga scala – quello dei vari “livelli di valutazione della sicurezza”, da quello secondo “norme tecniche” («Qualora non vengano soddisfatte le verifiche di sicurezza richieste dalle norme, dovranno essere presi gli adeguati provvedimenti descritti nel § 6.1.5»), a quello secondo condizioni di “operatività” (§ 6.1.5.1: «Qualora il livello di sicurezza per azioni non sismiche secondo le norme attuali sia insoddisfacente, nell’ottica di una programmazione degli interventi necessari in relazione all’insieme delle opere d’arte gestite, è possibile mantenere l’operatività del ponte anche al fine di garantire la corretta gestione della rete stradale e minimizzare i disagi al territorio») ed infine quello di “transitabilità” (§ 6.1.5.2: «Qualora dalla valutazione del livello di sicurezza statico secondo le norme attuali emergano situazioni critiche tali da rendere necessaria in tempi brevi la progettazione di interventi strutturali finalizzati a raggiungere livelli di sicurezza accettabili, è comunque possibile, al fine garantire una minima transitabilità sul ponte, nel periodo necessario alla progettazione e realizzazione degli interventi, adottare provvedimenti di limitazione d’uso o di limitazione dei carichi»).
Dato il numero elevato di ponti presenti sul territorio italiano, l’approccio proposto dalle Linee Guida consente quindi di definire una scala di “priorità di intervento”: si stima che gli interventi di manutenzione straordinaria sui soli ponti e viadotti facenti parte della rete stradale, potrebbe ammontare ad oltre 30 miliardi di euro, ma d’altronde anche se fosse “possibile” investire immediatamente tali capitali, rimarrebbe difficoltosa la gestione delle interferenze dovute, su vasta scala, ai cantieri connessi ai lavori ed alla loro inevitabile invasività e tempistica. Va da sé quindi che è importante individuare una progressività nelle modalità di intervento, stabilendo i criteri di tali scelte.
Come indicato nell’incipit, la linea guida infatti: «illustra una procedura per la gestione della sicurezza dei ponti esistenti, ai fini di prevenire livelli inadeguati di danno, rendendo accettabile il rischio»[…]
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