Il calcestruzzo che si autoripara grazie ai funghi
Il materiale innovativo che si autoripara prende ispirazione dal corpo umano
Prendere ispirazione dal corpo umano per creare materiali innovativi e rivoluzionare. Così il settore delle costruzioni sperimenta il calcestruzzo che si autoripara.
Direttamente dall’Università di Binghamton, nello stato di New York, arriva un calcestruzzo che autoripara le proprie crepe grazie a una colonia di funghi presenti all’interno della miscela. La fessurazione del calcestruzzo è uno dei fenomeni più dannosi per il materiale, perché causa lesioni che espongono all’atmosfera le barre di acciaio, le quali si ossidano perdendo prestazione meccanica. È però un processo inevitabile e intrinseco alla natura stessa del calcestruzzo. Per questo, secondo il professore Congrui Jin, la risposta ad un problema così ostico e noto può arrivare dalla natura.
“L’idea di questo calcestruzzo è stata ispirata dalla capacità miracolosa del corpo umano di guarire sé stesso da tagli, contusioni e ossa rotte.” Questo innovativo calcestruzzo si basa sull’uso di uno speciale fungo chiamato Trichoderma reesei, che viene mescolato con la miscela di acqua e cemento. Inizialmente questo fungo è dormiente, ma non appena si forma la prima crepa, grazie al contatto con ossigeno e acqua, le spore fungine inattive germinano e crescono, portando alla precipitazione di carbonato di calcio che va a riempire le crepe. Una volta terminato il processo, i funghi formano di nuovo spore che possono essere nuovamente risvegliate, dando vita ad un processo ciclico e totalmente naturale.
La ricerca è molto delicata e va avanti da anni, ma l’ingegneria dei materiali sta facendo passi da gigante e aiuterà l’edilizia e le costruzioni a rinnovarsi.
L’articolo è tratto dal numero 05 de Lo Strutturista, nello specifico dalla nuova rubrica a cura della redazione di Building CuE: ingegneria, architettura e design. In ogni uscita quattro “pillole” relative a nuovi materiali, curiosità, innovazioni tecnologiche e strutture internazionali.
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