10 punti per far ripartire il settore delle costruzioni e il Paese
SAIE e la filiera delle costruzioni propongono la “Carta dell’Edilizia e delle Costruzioni” per indirizzare le istituzioni nella definizione delle politiche strategiche più urgenti e a lungo termine.
Il settore delle costruzioni comprende 734.400 imprese attive e rappresenta il 22% del Pil nazionale. Tale comparto ha generato nel 2019 circa 130 miliardi di euro in investimenti (trend crescente negli ultimi 3 anni). La chiusura forzata in questi mesi dovuta all’emergenza sanitaria da Coronavirus, secondo le stime di ANCE, potrebbe generare un calo di circa il 10% degli investimenti, con riflessi importanti sull’economia italiana. Con questi presupposti che il Gruppo Tecniche Nuove e SAIE (Bologna Fiere, 14-17 ottobre 2020) ha realizzato la “Carta dell’Edilizia e delle Costruzioni”, un documento condiviso dalle principali associazioni della filiera che traccia alcuni “suggerimenti” rivolti alle istituzioni per aiutare le imprese in questo particolare momento di difficoltà e per realizzare riforme strutturali: dalla liquidità alle aziende allo sblocco dei cantieri, dalla minore burocrazia alla semplificazione dei processi, fino alle procedure più snelle per l’avvio dei cantieri, alla digitalizzazione e al rafforzamento di bonus e incentivi.
La Carta dell’Edilizia e delle Costruzioni
Di seguito si riportano i 10 punti programmatici per il rilancio del settore delle costruzioni:
- Una strategia organica per interventi su scuole, sanità, infrastrutture e sistemi di trasporto.
- Sblocco rapido dei cantieri già finanziati per produrre lavoro e generare reddito, anche attraverso il lavoro dei Comuni e le Amministrazioni Locali sul territorio. Rilancio dei cantieri strategici.
- Sicurezza. Il COVID19 prevede la definizione di protocolli permanenti sulla sicurezza in cantiere e la loro esecuzione.
- Liquidità per gli attori della filiera per sostenerne la ripartenza. Non integralmente a debito ma quota a fondo perduto, anche attraverso il saldo dei debiti che la pubblica amministrazione ha nei confronti delle imprese e dei professionisti.
- “Sburocratizzazione” e semplificazione delle procedure legate alla progettazione, alla costruzione e alla manutenzione di qualsiasi tipologia di edificio o infrastruttura. Procedure snelle, redazione di un codice e un regolamento che non necessiti di provvedimenti straordinari.
- Rafforzamento di bonus e incentivi per interventi premianti in termini di efficienza energetica e ristrutturazione green e più in generale revisione complessiva del patrimonio abitativo esistente attraverso l’adeguamento alle normative, l’utilizzo di tecnologie innovative e di sistemi e soluzioni performanti.
- Valorizzazione del ruolo della progettazione sia per quanto riguarda le nuove esigenze abitative, sia nello sviluppo delle città e dei sistemi urbani, andando oltre, laddove possibile, strumenti e standard obsoleti e non più adeguati alle condizioni odierne.
- Digitalizzazione della filiera finalizzata alla condivisione delle informazioni e alla condivisione di competenze e best practice del settore all’interno di una piattaforma digitale appositamente creata.
- Maggiore coinvolgimento delle figure professionali in alcuni processi gestiti oggi dalla pubblica amministrazione.
- Piano investimenti per i Comuni per dare avvio a una grande opera di manutenzione del territorio e di rigenerazione delle città.